Molti clienti hanno chiesto dichiarazioni REACH sui manufatti prodotti? Che cosa ha dichiarato la mia azienda e sulla base di quali informazioni ho diffuso una dichiarazione a marchio aziendale? Ho la consapevolezza della rilevanza, anche penale, di questa dichiarazione?
Quando acquisto sostanze o miscele ho il pieno controllo della registrazione di tutti questi ai fini REACH? Ho valutato il rischio aziendale di rimanere senza materia prima (Businnes Continuity)?
So di utilizzare alcune sostanze pericolose sulle quali pende qualche “limitazione” ma non so in quali termini e quali sono i rischi aziendali: posso ancora vendere i miei prodotti?
Ho ricevuto gli scenari di esposizione allegati alle Schede dati di Sicurezza, ma non li ho nemmeno guardati rischio qualche cosa?
Insieme al mio prodotto vendo, solo per completezza al cliente delle sostanze che servono per il funzionamento ( oli inchiostri, detergenti) pericolosi. Non mi sono mai posto il quesito di dover gestire le Schede dati di sicurezza e nemmeno mi sono mai posto come azienda che immette sul mercato prodotti pericolosi, ho sempre sbagliato?
Acquisto da fuori Europa una miscela di sostanze pericolose, il mio produttore non conosce la parola REACH, devo considerare il rischio aziendale del blocco di commercializzazione del mio manufatto in virtù dell’articolo 5 “no data no market”?
Questi sono solo alcuni semplici quesiti che moltissime aziende di dimensioni disparate ( dalla piccola azienda famigliare alla multinazionale) si pongono quotidianamente, spesso senza cercare una risposta verso competenze esterne, credendo di poter assolvere internamete a questi Regolamenti REACH e CLP che sembrano molto lontani dal proprio ambito di operatività quotidiana.
Spesso le sorprese accadono e l’azienda mette subito in moto un processo di revisione dei propri flussi interni in autonomia considerando i rischi aziendali maggiori dei costi per l’applicazione. In altri casi si attende che il problema si manifesti, ignorando che potrebbe esser un intervento tardivo ed inefficace.
L’ente di controllo (nel nostro caso su base regionale per Trento e Bolzano) è solo uno dei soggetti che possono rappresentare un rischio aziendale. I Regolamenti REACH e CLP sono regolamenti di prodotto e si inseriscono nelle logiche di mercato con il tentativo di condurle verso un uso più sicuro delle sostanze chimiche pericolose. Quindi più dell’ente di controllo si deve temere il mercato, sia dal punto di vista dell’approvvigionamento che dal punto di vista della vendita e post vendita.
L’AUDIT di un intera giornata è la forma più appropriata per affrontare l’applicazione nella propria realtà aziendale incontrando tutti i portatori di interessi interni. In alternativa, per iniziare è possibile porre specifici quesiti allo sportello di Confindustria Trento dove, una volta al mese, per circa un ora è possibile avere alcune risposte di massima ai quesiti da parte di un chimico con qualche anno di esperienza in materia, dott. Fabrizio Demattè.
(Direttore scientifico del convengo REACH 2018 presso il Muse 22/6/2018, referente per il gruppo di lavoro REACH/CLP del Ordine Regionale dei Chimici e dei Fisici TAA)
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